I Centenari


 
 

TORRONE



Il territorio e i suoi figli.
Espressioni d’amore

 
 



Fabbriche Riunite Torrone di Benevento

Dal 1908


VALORIZZAZIONE DELL'ECCELLENZE DEL TERRITORIO

Unire le proprie forze per valorizzare una delle eccellenze del territorio. È questo l’obiettivo lungimirante e ambizioso che spinge i mastri torronai sanniti ad intraprendere l’avventura imprenditoriale da essi chiamata Fabbriche Riunite Torrone di Benevento. Nasceva così, il 30 gennaio 1908, un’unica grande fabbrica in grado di riunire sotto un unico marchio la produzione del noto torrone beneventano. A sancire l’impegno delle imprese fondatrici ad abbandonare le armi della competizione per imboccare il sentiero della collaborazione è una clausola inserita nello statuto, modificata solo nel 1955, che impedisce loro di produrre e commercializzare torrone con i rispettivi marchi di fabbrica. L’entusiasmo profuso in questo pioneristico quanto impegnativo progetto è purtroppo frenato dalle disastrose conseguenze delle due guerre mondiali e, nel 1949, dall’alluvione che distrugge il capoluogo sannita, inferendo un duro colpo all’azienda, la cui crisi è ulteriormente aggravata dall’uscita di alcuni soci fondatori.

Il coraggio, che qualche decennio prima aveva animato quel gruppo di imprenditori, fu la molla che nel 1955 spinge Mario Rosa a rilevare l’azienda, salvandola dal fallimento. “Papà deve fare questo passo ma ha bisogno della vostra collaborazione”, queste le parole pronunciate ai suoi figli nel mostrare loro l’azienda su cui, con quella buona dose di paura che solo un uomo davvero coraggioso è in grado di provare, aveva scelto di puntare il suo futuro e quello della sua famiglia. Ultimo di 13 fratelli, Mario Rosa aveva imparato, fin da bambino, i segreti della produzione del torrone e della pasticceria presso gli artigiani locali. I primi anni della sua gestione sono contraddistinti da forti investimenti in macchinari e da una radicale ristrutturazione dello stabilimento. Con passione e sacrificio, e grazie al sostegno della sua famiglia, l’imprenditore realizza consistenti innovazioni e riesce ad ampliare il portafoglio prodotti dell’azienda, orientando al successo il progetto di valorizzazione del torrone.

Fabbriche Riunite, il fiore all’occhiello del settore dolciario beneventano, conta oggi oltre trentacinque collaboratori e un portafoglio prodotti ampio e variegato: dalle dolcezze pasquali ai prodotti natalizi, dal cioccolato ai gelati. L’azienda fonda il suo vantaggio competitivo su un sapiente mix di tradizione, ricerca e innovazione. Proprio la tradizione costituisce il collante che lega l’azienda e i suoi prodotti alla famiglia e ai valori da essa trasmessi. Come afferma Fausta Rosa, Presidente del Consiglio di Amministrazione che dal padre Mario ha ereditato un indubbio spirito imprenditoriale, i valori familiari condivisi – passione, senso di responsabilità, altruismo, dedizione e sacrificio, amore per il lavoro – costituiscono le pietre miliari della longevità dell’impresa. Il rispetto della tradizione, che emerge anche dall’estrema attenzione posta da sempre verso la genuinità e la tipicità delle materie prime adoperate, non ha impedito all’azienda di guardare al futuro. Lo dimostrano i costanti investimenti in ricerca e innovazione, che hanno consentito di fronteggiare i radicali cambiamenti economici e sociali degli ultimi decenni ed hanno orientato il percorso di crescita dell’azienda. Tali sforzi trovano espressione nella diversificazione di successo realizzata dal fratello Dario negli anni Ottanta con l’ingresso pioneristico nella formula distributiva del cash and carry, nella graduale espansione in nuovi mercati geografici e nell’innovazione di prodotto perseguita con costanza e tenacia durante l’intero corso aziendale. Come racconta Fausta, numerosi sono i prodotti della tradizione che sono stati riproposti al mercato. Tra essi: la copeta, il torrone del papa e della regina ne sono classici esempi.



LA COPETA, PROGENITRICE DEL TORRONE

La copeta (da cupedia) è la progenitrice del torrone, è un dolce a base di miele, albume d’uovo, mandorle o nocciole che risale al I secolo e la cui fama si è diffusa a partire dal XVII secolo. Il torrone del papa è con zucchero fondant non liquefatto e frutta candita mentre il torrone della regina è una specialità natalizia valorizzata dai Borboni nel XIX secolo.

Lo spirito imprenditoriale mostrato della famiglia Rosa si coniuga non solo con uno spiccato orientamento al mercato testimoniato dalla costante attenzione mostrata non solo alle risorse umane presenti in azienda, e con le quali si è instaurato un rapporto quasi familiare basato sulla stima reciproca, ma anche con protagonisti del mercato. Come afferma Fausta, la soddisfazione del cliente “è la pubblicità più importante” che trova riscontro nel più potente strumento di comunicazione a disposizione, il passaparola. E ancora a proposito del rapporto familiare instaurato con i collaboratori, l’imprenditrice così si esprime al riguardo: “quando hanno delle problematiche noi siamo molto vicini loro e cerchiamo di risolverle, come loro sono a disposizione dell’azienda sempre”. Profondamente convinta che “ognuno ha il personale che si merita”, quando si reca al punto vendita è felice per i frequenti complimenti che riceve dai clienti per la professionalità e la gentilezza dei collaboratori.

L’azienda come famiglia, allargata, ma sempre famiglia. Sempre pronta ad ascoltare, al dialogo, ad uno sguardo amorevole, ad alleviare qualche sofferenza. L’azienda come rifugio per tutti, sempre nel rispetto delle regole e nei limiti del possibile, per i collaboratori ma anche per i cittadini, un baluardo importante contro l’effimero. Il forte radicamento dell’azienda nel territorio trova riscontro nel claim proposto dall’azienda più volte in passato “Benevento la città del Torrone – Il torrone siamo noi” che conferma l’importanza del legame dell’azienda con la propria terra. “Al territorio abbiamo dato la nostra storia”, afferma Fausta, “la qualità dei nostri prodotti, il duro lavoro e l’onestà imprenditoriale”. E la storia sembra contraccambiare la passione e l’altruismo che hanno contraddistinto quest’avventura. Nel 1971 Mario Rosa riceve in Campidoglio il premio Ercole d’Oro e, a conferma di un percorso di successi inarrestabili, nel luglio del 2011 Fausta Rosa riceve il Gladiatore d’Oro, il noto premio che prende il nome da un bassorilievo di epoca imperiale romana custodito nel Museo del Sannio, riservato ai cittadini che hanno mostrato volontà e capacità di valorizzare la propria terra.



"L’azienda come rifugio per tutti, per i collaboratori ma anche per i cittadini, un baluardo importante contro l’effimero. Al territorio abbiamo dato la nostra storia, la qualità dei nostri prodotti, il duro lavoro e l’onestà imprenditoriale."




 
 
FAUSTA ROSA
 
 


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